martedì 16 ottobre 2012
Ho sentito sti tipi che si chiamano Death Grips
La solfa è proprio anni 90, da ribelli incazzosi e integralisti. Questi qua sono in tre, super hypati, fisicati, americani, cinici, terribili e intelligenti. Fanno il botto con una indie label, poi arriva la major, loro preparano il disco, poi il disco è incommerciabile, e i cattivoni del music biz li mandano affanculo. Allora loro per far vedere che sono integerrimi e ce l'hanno duro, fanno appunto una foto ad un bel pisellone eretto, ci scrivono sopra il titolo del disco e lo regalano in download. Applausi, ma ormai è un po' un clichè anche questo. Io il disco me lo sono scaricato, ed è bello. E' una roba avant hip hop glaciale, con delle basi secche e mastodontiche, il rappato è violento, ridotto a volte quasi ad un rantolo, è veramente un disco potentissimo. Rap, batteria vera e synth. Ora, io di chi siano questi non lo so, se piacciano alla gente che piace non lo so, io è una settimana che ce l'ho su. E', per dire, qualcosa alla MF Doom ma più hardcore, più urlone. E' come quando vent'anni fa ti passavano i Cypress Hill o i Wu Tang, ma anche roba pestona hardcore tipo Born Against, o Judge o cose così, e tu ti sentivi zarro e potente, e gli altri non capivano quanto tu fossi una bomba. Ovviamente tutto questo è stata ed è un'illusione, passa il tempo e ti accorgi che più che essere tu a spaccare il mondo devi stare attento che non sia il mondo a spaccarti, ma per una mezz'ora in macchina potresti far fuori centinaia di persone che ti impediscono di fare ciò che vuoi. Poi scendi, vai a lavorare e assumi la posizione, come tutti i giorni, ma in quella mezz'ora passata coi Death Grips a cannone ti sembra quasi che qualcosa possa cambiare, con la forza.
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