mercoledì 12 dicembre 2012

Internet non serve a un cazzo

Sono arrivato a congetturare questo dato di fatto. E' un periodo veloce, intenso, che mette alla prova quello che porta alle feste natalizie. E fin qui, siamo tutti d'accordo. 
Nel cercare un po' di sollievo da lavoro e vita varia, ho deciso di sgrassare un po', facendo ciò che più mi piace, e, talvolta, meglio mi riesce: comprare dischi. 
Dopo aver effettuato qualche acquisto destinato a diventare un regalo, ho avanzato sulla prepagata circa 18 euro, ed ho deciso di devolverli a me stesso. 
Ho voglia di comprarmi un bel disco nuovo. 
Ed è da domenica sera che impiego circa 30 minuti al giorno nella ricerca spasmodica e disperata di qualcosa da comprare e ascoltare: ristampe, dischi nuovi, italiani, stranieri, cd, vinili e chi più ne ha più ne metta.
E via a cercare tutti i reader's poll di fine anno sulle riviste che contano, confesso di essere finito anche su Pitchfork, su Vice (che comunque è veramente il regno della fuffa dietro ai mobili) e su svariate riviste online piuttosto "hipster".
Devo spendere quei cazzo di 18 euro.
E' tutto di moda, è tutto fuori moda. E' tutto già passato sotto le mano di recensori (magari poco più che maggiorenni) e tutto è stato promosso o ghigliottinato dai giudizi così ipercinici della rete. Ho cercato decine di nomi, soundcloud, facebook, reverbnation e compagnia suonante, magari facendomi abbindolare da aggettivi originali, oppure da nuove sensazioni che mettono d'accordo tutti.
Io sono arrivato ultimo, e mi son messo ad ascoltare con la voglia di portare a casa qualcosa di buono per le giornate (speriamo) di ferie. 
Tutti i dischi che ho provato ad ascoltare sono a portata di click, con spese di spedizione gratis o se spendo 20euro mi portano a casa un bancale di roba, il giorno dopo.
Io c'ho provato, immaginandomi in redazioni high tech in cui i cervelloni della critica musicale online intrecciano le maglie della musica del futuro, o del passato, dei dischi che tra vent'anni saranno classici. Tante, tantissime parole e chilogrammi di barbe e baffi, occhiali con la montatura spessa, collezioni stipate in iPod da tremila giga, vernissage e design, comunicazione, nuovi media, indie, defilè e American Apparel.
Ma non ho trovato un cazzo, e ho ancora 18 euro sulla carta di credito.
Vorrei solo qualcuno che mi desse un consiglio, sincero, spassionato, tre parole da uno che ti conosce e ti consiglia un disco figo, spiegandoti pure il perchè.
Io ce l'ho messa tutta, ma Internet non serve a un cazzo.

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